Roma, 11 giu 2024 – Prevenzione dei Suicidi nelle Forze Armate – Una Priorità per il SIAMO Esercito Roma, 11 giugno 2024. Con grande preoccupazione, il Sindacato Italiano Autonomo Militare Organizzato Esercito (SIAMO Esercito) segnala il terzo caso di suicidio nel personale militare dell’Esercito avvenuto quest’anno, dopo il primo evento registrato il 21 marzo 2024.
L’anno 2023 si è concluso con un totale di 39 suicidi tra le forze armate e dell’ordine, di cui 5 hanno riguardato il personale dell’Esercito Italiano. Nel 2024 registriamo invece già il 26° suicidio, con 3 di essi che hanno coinvolto i militari del nostro Esercito. Da questo conteggio non sono inclusi i tentativi di suicidio, il che potrebbe rendere il numero degli eventi non completo o vicino al numero reale di suicidi, per motivi diversi.
Un Problema Sistemico di Notevole Gravità
Per chi osserva dall’esterno, questi numeri potrebbero sembrare esigui. Tuttavia, dietro ogni suicidio si nasconde un mondo di complessità e sofferenza. Le forze armate e dell’ordine presentano un rischio di suicidio significativamente maggiore rispetto ad altre professioni, e questo fenomeno è in costante aumento.
Le cause di questi tragici eventi sono difficili da analizzare, e studi dimostrano che lo stress psico-fisico gioca un ruolo purtroppo determinante in molti casi. Dopo tre anni di studi e ricerche condotti dal nostro dipartimento, è chiaro che il suicidio è il risultato di molteplici fattori, tra i quali non vanno annoverate soltanto le patologie mentali, ma su cui influiscono anche fattori sociali, economici e relazionali. In un quadro psicologico e sociale particolarmente complesso, il personale militare è quotidianamente esposto a situazioni critiche, pericolose per la vita, e a condizioni di lavoro estremamente stressogene e fisicamente impegnative.
La Necessità di un Supporto Efficace e di Prevenzione
Riteniamo che l’accumulo di eventi traumatici e stressogeni, senza un adeguato monitoraggio del loro impatto sul personale, sia un grave problema. I militari spesso evitano di rivolgersi agli psicologi per timore di ripercussioni sulla loro carriera e reputazione. Questo porta a un ulteriore aumento del livello di stress psico-emotivo.
Il più grande problema è che i militari si trovano spesso abbandonati a se stessi, “portati” dalla società, dai colleghi e dall’ambiente gerarchico militare che ti forma all’idea del militare super-uomo, a credere di dover affrontare tutto ciò da soli, quando invece non è affatto così. A nostro parere è necessario analizzare e studiare questi fattori per sviluppare metodi di prevenzione efficaci e diffonderli tra le linee di comando.
Superare i Tabù sulla Salute Mentale
Il primo passo è superare l’idea che cercare aiuto sia un segno di debolezza. Parlarne non deve essere sinonimo di “tagliarsi le gambe da soli”, usando un termine che sentiamo spesso dai nostri colleghi.
Bisogna infrangere i tabù legati alla salute mentale, poiché sotto le divise ci sono uomini e donne che hanno sacrificato gran parte della loro vita per servire il Paese. Se questi hanno bisogno di sostegno, dobbiamo essere pronti a offrirlo senza amplificare il disagio che già vivono. Ciò consentirà di individuare tempestivamente il problema e ottenere l’aiuto di cui si ha bisogno. Parlarne in ambienti militari infrangendo, di fatto, questo “tabù” sarebbe in effetti il primo grande passo per poter provare a salvare delle vite.
Vogliamo quindi sottolineare che questo è un campanello d’allarme importante che dovrebbe portare la nostra attenzione su questo delicato argomento, e senza fossilizzarci solo sulla conseguenza, ma soprattutto permetterci di iniziare ad analizzare a fondo le cause, andando così a creare un vero e proprio metodo di prevenzione per poi diffonderlo su tutta la linea di comando.
Un Appello alle Autorità
Chiediamo al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale Carmine Masiello e ai vertici politici del Dicastero della Difesa di sollecitare una risposta e un’azione concreta su questo tema cruciale. In tempi di profondo cambiamento normativo e di riconoscimento dei diritti dei militari, siamo fiduciosi che le autorità competenti vorranno cogliere l’occasione per dare finalmente riscontro alle richieste del personale.
Il recente riconoscimento della rappresentatività del SIAMO Esercito rafforza la nostra voce e ci dà la possibilità di portare avanti queste istanze con maggiore forza. Siamo determinati a lavorare affinché nessun militare si senta mai più solo o abbandonato.
IL DIPARTIMENTO DISCRIMINAZIONI E MOLESTIE
S.I.A.M.O. ESERCITO