Roma, 26 apr 2024 – di Roberto Di Stefano (comunicazione e politiche sindacali Centro Studi Militari). Abbiamo ascoltato e letto, con molta attenzione, i diversi interventi dei segretari generali dei sindacati militari durante il primo incontro per la contrattazione degli stipendi relativi al triennio 2022/2024. Un incontro certamente storico ma ancora permeato da incertezze giustificate sicuramente dalla inesperienza e da influenze filosofiche arcaiche che frenano comportamenti e rivendicazioni realmente sindacali.
Se da una parte è chiaro a tutti la drammatica mancanza di risorse per uno stipendio che possa farci combattere una perdita di potere d’acquisto che ci vede svantaggiati rispetto a chi (i nostri dirigenti) ha aumenti automatici per i quali si trovano sempre risorse e decreti mirati e puntuali. Attenzione, non ho nessun tipo di astio verso la classe dirigente, anzi ne ammiro la capacità di tutelare (loro sindacalmente) i propri interessi e la loro vincente lotta di classe continua e proficua; dovremmo prendere esempio e non aver paura di lottare per tutelarci e ottenere quello di cui abbiamo bisogno.
Quando leggo o ascolto richieste specifiche per determinati reparti mi viene lo sconforto perchè nonostante questi 6 anni di lotta per una legge giusta sulla sindacalizzazione militare (che non è arrivata), per distacchi e permessi sindacali per ogni livello sindacale (che non sono arrivati), per risorse economiche dignitose che, a sentire la controparte governativa, non possono essere aumentate (e qui mi domando a cosa dovrebbe servire una contrattazione se sono così fermi nell’affermare che non ci sono margini di trattativa?), mi domando se esiste la volontà e il coraggio da parte di tutti i “nuovi” dirigenti sindacali, a cominciare dalle dirigenze nazionali delle varie OO.SS., di cominciare a fare sindacato vero e di lotta, senza timori reverenziali e forme ancora virulenti di sindrome di stoccolma, pretendendo vantaggi economici per tutti in maniera trasversale e non di nicchia per scopi puramente propagandistici.
“Il tavolo della contrattazione definirà chi vuole fare veramente sindacato in maniera disinteressata e i 70mila Carabinieri che ancora non hanno firmato una delega sindacale non sono Colleghi che non vogliono partecipare alla lotta, ma semplicemente Donne e Uomini che vogliono capire da quale parte stanno competenze e onestà.” conclude Roberto Di Stefano, già dirigente sindacale dei Carabinieri, “E’ chiaro che ci vorranno ancora anni per permettere a tutti Noi di avere una vera coscienza sindacale, autonoma, proiettata all’ascolto e alla dedizione per tutti i Lavoratori delle Forze dell’Ordine abbandonando l’io per il NOI. Ma trovo positivamente sorprendente che alcune sigle sempre definite come sindacobacocer hanno invece cambiato registro comunicativo mentre altre sono sempre concentrate a parlare di se stesse, ripetendosi, quando chi fa sindacato dovrebbe lavorare su quello che fa realmente e non sul fare promesse sicuramente irrealistiche e/o di stampo corporativo.”
L’Aquila, 25 Aprile 2024
di Roberto Di Stefano (comunicazione e politiche sindacali Centro Studi Militari).